di Mattia Feltri
La Stampa, 10 Settembre 2019
Facebook e Instagram hanno deciso di spegnere le pagine di CasaPound e Forza Nuova, movimenti neofascisti, e dei loro dirigenti. È successo ieri pomeriggio, di colpo, e dopo anni durante i quali da quelle pagine sono state diffuse idee piuttosto repellenti e al limite della legalità, almeno secondo i canoni di una stagione tremula e liberticida (la libertà d’opinione serve a tutelare specialmente le idee cattive ché a tutelare quelle buone sono capaci tutti).
Il problema non si esaurisce qui. Anzi, di problemi se ne aprono parecchi. Anzitutto è ignota la colpa specifica di Casa Pound e Forza Nuova, se non quella generica di aver “diffuso l’odio”, capo d’imputazione accettabile forse nei tribunali di Stalin e applicabile, ben oltre l’estrema destra, a metà della popolazione attiva online. Niente, la condanna è pronunciata e inappellabile per editto del Re Sole, ossia Mark Zuckerberg, padrone dei social. Così, siccome il Re Sole ha chiuso Casa Pound e Forza Nuova, che sono bande di brutti ceffi, chi se ne importa: toccherà riparlarne quando per identico capriccio si dovessero tumulare pagine più socialmente presentabili. Soprattutto si coglie, stavolta lampante, il paradosso di Facebook e Instagram, aziende private-ormai evolute a servizio pubblico per l’uso quotidiano di partiti, sindacati, associazioni- che dichiarano inaccettabili pagine espressione di consiglieri comunali, dunque accettabili per la Repubblica. Sulla legge dello Stato troneggia una legge privata, opaca e sovranazionale con cui si separano i giusti dagli ingiusti: se ne sono viste poche di robe più fasciste.